MUSEO ARCHEOLOGICO DI CECINA
ACCESSIBILITA'
Il museo è accessibile, anche se con qualche piccolo problema. La strada per arrivare dal parcheggio all'ingresso è ricoperta di ghiaia, anche se ben battuta. Arrivati alla porta ci sono un paio di zanelle, relativamente facili da superare, ma sufficientemente alte per impuntarsi con una carrozzina o un deambulatore. Superata la porta vi troverete delle scale sulla sinistra, superatele e svoltate a sinistra nel corridoietto che è subito dopo (non avrete problemi a trovarlo perché a patto di non tornare indietro, è l'unica strada per evitare di andare dritti a sbattere contro un muro) troverete l'ascensore. Il museo si trova al primo piano.
COSA C'E' DA VEDERE
Il museo raccoglie una serie di reperti dalla preistoria all'età romana provenienti da tutta la zona, peccato però che i pezzi più importanti siano generalmente stati portati in musei più grandi come quelli di Volterra e Firenze. Restano comunque oggetti notevoli, in particolare corredi funerari.
Tutti questi oggetti facevano parte del corredo funerario di un'unica sepoltura: la Tomba A della necropoli di Casa Nocera a Casale Marittimo. Un corredo veramente degno di un principe! L'ammasso che si vede nella seconda foto è tutto ciò che resta di un'urna cineraria, nelle altre due vetrine vediamo delle armi e un servizio da banchetto in bronzo. Si tratta dunque della tomba di un guerriero aristocratico, che come si usava all'epoca venne sepolto con un rito funebre simile a quelli che Omero, nell'Iliade, descrive per Patroclo ed Ettore. Se infine guardate la prima foto, gli oggetti che circondano il grande vaso sono i resti non di uno, ma di ben due carri arsi sulla pira funebre durante la cremazione del corpo. Questa famiglia doveva essere davvero ricchissima per potersi permettere non solo di poter deporre un corredo così ricco nella tomba di un suo membro, ma addirittura di bruciare due carri in occasione di un funerale!
Anche in età ellenistica la zona doveva essere abitata da famiglie molto benestanti a giudicare da questo diadema, rinvenuto nella necropoli di Belora a Riparbella. In realtà questo è stato riassemblato a partire da pezzi originali ritrovati in loco, ma appartenenti a più gioielli, è comunque utile per rendere l'idea dell'aspetto originario di questi oggetti. Purtroppo la necropoli è stata decisamente sfortunata perché venne sistematicamente saccheggiata dai tombaroli anche in tempi recenti, dunque i suoi reperti sono probabilmente andati in massima parte dispersi.
Infine, all'esterno potete ammirare una tomba a tholos (a pianta circolare). Questa non è una ricostruzione, è una tomba originale che è stata spostata. La camera funeraria all'interno conteneva probabilmente le urne cinerarie di un'intera famiglia con all'interno più generazioni.
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