Indovina chi è questo santo

Non è facile, mentre si gira per chiese e pinacoteche, riconoscere i santi che si incontrano vero? Per fortuna di solito ci sono i cartellini, ma un tempo chi non sapeva leggere come faceva? Grazie agli oggetti che li accompagnavano, spesso i simboli del loro martirio. Nella tradizione cristiana infatti ogni santo ha la sua iconografia. Allora pronti per una partita ad "indovina chi"?

Sant'Anastasia: secondo la tradizione nacque a Roma da una famiglia patrizia. Dopo essere stata segregata in casa dal marito che si opponeva alle sue attività caritatevoli ed essere rimasta vedova, si recò a Sirmio. Qui continuò la sua attività di assistenza ai cristiani perseguitati. Fu scoperta nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano, processata, si rifiutò di abiurare, finendo bruciata viva. 

Sant'Antonio da Padova: nasce a Lisbona, in Portogallo, nel 1195 da famiglia nobile e viene battezzato Fernando. Entra in convento a quindici anni e studia teologia, dopo dieci anni è ordinato sacerdote. Nel 1220 conosce alcuni seguaci di Francesco d'Assisi e decide di seguire il suo esempio, quando entra tra il neonato ordine francescano assume il nome di Antonio e parte missionario per il Marocco. Non fa in tempo ad arrivare che si ammala ed è costretto a tornare indietro, ma la nave che lo trasporta naufraga vicino alle coste della Sicilia, da qui Antonio va ad Assisi, dove incontra Francesco. Riconosciuto come ottimo predicatore viene inviato in giro per l'Italia e la Francia, fino al 1227, quando è nuovamente ad Assisi. Nominato Ministro provinciale del nord Italia, quindi coordinatore delle comunità francescane nella regione, Antonio arriva a Padova per la prima volta due anni dopo ed instaura un fortissimo legame con la città, dove la sua presenza e attenzione ai poveri lascia il segno anche nelle leggi. Nel giugno del 1231 Antonio si sente male improvvisamente e muore pochi giorni dopo. Viene canonizzato a neanche un anno dalla morte. Di solito Sant'Antonio da Padova è rappresentato con il saio francescano e può avere in braccio il Bambin Gesù e tenere dei fiori in mano. 

Santa Caterina d'Alessandria: la sua vita è completamente avvolta nella leggenda. Secondo la tradizione Caterina nacque ad Alessandria d'Egitto intorno al 290 da una famiglia di stirpe reale. Ancora giovanissima ebbe una visione della Madonna che le infilava un anello nuziale facendola sposa di Cristo, dunque rifiutò molte proposte di matrimonio. Quando ad Alessandria giunse l'imperatore Massimino Daia, che ordinò a tutto il popolo di fare sacrifici agli dei pagani, Caterina si rifiutò di farlo e per questo venne arrestata. L'imperatore però colpito dalla sua bellezza e dal suo coraggio mandò un gruppo di retori per farla desistere dai suoi propositi e giunse persino a chiederla in moglie. Secondo un'altra versione invece Massimino avrebbe voluto farla sposare al figlio. In entrambi i casi Caterina rimane ferma sulle sue posizioni e addirittura è lei a convertire al cristianesimo i retori dell'imperatore che vengono così giustiziati. Tra l'altro Caterina dal carcere converte anche le guardie e, secondo alcune versioni, la stessa imperatrice Faustina, che era andata a parlarle; Massimino fa uccidere tutti e all'ennesimo rifiuto di Caterina la condanna al supplizio della ruota dentata. All'ultimo momento un fulmine salva la giovane rompendo la ruota che travolge invece gli aguzzini. A questo punto l'imperatore (probabilmente sull'orlo di una crisi di nervi) fa decapitare la ragazza. Dalla ferita sgorga latte e non sangue, a riprova della sua innocenza, mentre il corpo viene trasportato sul monte Sinai dagli angeli. Questa è la tradizione cristiana, ma vista l'assoluta mancanza di un qualunque riscontro storico qualcuno ha avanzato l'ipotesi che la figura di Santa Caterina sia stata inventata di sana pianta a partire da Ipazia. Questa donna realmente vissuta tra il IV e il V secolo d.C. era una matematica ed astronoma della biblioteca di Alessandria e nota come Caterina per la sua cultura ed eloquenza, in quanto pagana Ipazia venne lapidata da fanatici cristiani. L'ipotesi è intrigante, ma ovviamente indimostrabile.  

San Francesco d'Assisi: nasce ad Assisi tra il 1181 ed il 1182 da una benestante famiglia di mercanti, il nome con cui viene battezzato è Giovanni, ma il padre essendo mercante di tessuti viaggiava spesso in Francia per affari, per cui il bambino viene presto soprannominato Francesco. Durante l'adolescenza aiuta il padre in bottega, poi ventenne partecipa alla guerra tra Perugia ed Assisi nella quale verrà fatto prigioniero e tornerà a casa gravemente ammalato. Dopo essere guarito avrebbe continuato per un po' la vita militare, fino a quando una visione non lo farà tornare ad Assisi. Tra il 1205 ed il 1206 Francesco comincia a cambiare e gli amici se ne accorgono, comincia a non andare d'accordo neanche con suo padre. Dopo che Francesco di fatto ruba delle stoffe dalla bottega e le vende per ricavare il denaro necessario alla ricostruzione di una piccola chiesa, il padre minaccia di disconoscerlo, ma lui il 12 aprile 1207 sulla piazza di Assisi rinuncia ai beni paterni. A questo punto si reca a Gubbio, dove realizza il suo saio ed ammansisce semplicemente parlandogli un lupo che terrorizzava la città, è considerato il suo primo miracolo (forse il povero animale era solo affamato e probabilmente aveva più paura della gente che ne era terrorizzata e Francesco è stato l'unico a non vederlo come un mostro, ma questi sono dettagli). Intanto altri cominciano a seguirlo, finché nel 1210 papa Innocenzo III approva l'ordine francescano e Francesco ed i suoi ricevono gli ordini minori, i Benedettini donano a Francesco la piccola chiesetta della Porziuncola. Qui, un anno dopo, arriva la nobile Chiara, per prendere i voti e seguire il suo esempio di vita; la ragazza diventerà poi Santa Chiara d'Assisi. Dal 1213 Francesco viaggia prima in Terrasanta, dove incontra il sultano, poi in Nordafrica e a Santiago de Compostela, è infine costretto a tornare a casa per motivi di salute. A partire dal 1223 riscrive la regola dell'ordine, poi approvata dal papa. Nello stesso anno Francesco allestisce il primo Presepe della storia, ricreando la Natività in una grotta, ovviamente è un presepe vivente. L'anno successivo invece dopo aver fatto miracolosamente sgorgare l'acqua da una roccia riceve le stigmate (gli stessi segni che ricevette Gesù nella Passione: i buchi dei chiodi e la piaga nel costato). Ormai sfinito da una vita di privazioni compone il Cantico delle Creature, ormai è praticamente cieco e muore alla Porziuncola nel 1226. Meno di due anni dopo è canonizzato. Francesco nelle rappresentazioni è riconoscibile appunto dal saio e dalla presenza delle stigmate.

San Giorgio: va detto che di questo santo non abbiamo assolutamente nessuna notizia biografica certa. La leggenda vuole che Giorgio sia stato un valoroso soldato romano vissuto ai tempi di Diocleziano, che lo avrebbe condannato ad essere ucciso con il supplizio della ruota dentata, se non ché Giorgio si salvò, secondo alcune versioni arrivarono degli angeli a rompere la ruota, secondo altre resuscitò dopo il martirio. A questo punto San Giorgio sarebbe entrato in un tempio pagano ed avrebbe abbattuto le statue con un soffio, convertendo anche l'imperatrice; quando Diocleziano ordinò di decapitarlo non oppose resistenza. Sicuramente è più famoso per la leggenda del drago: questo mostro viveva in un lago accanto ad una città della Libia ed ogni giorno gli abitanti gli offrivano un giovane estratto a sorte per evitare che distruggesse la città. Quando venne estratta la figlia del re, questi tentò di temporeggiare, ma fu costretto a cedere dagli abitanti; a quel punto arrivò Giorgio che si offrì di affrontare il mostrò, lo ferì e disse alla principessa di portarlo in città, dove poi lo uccise e fece convertire al cristianesimo gli abitanti. Dal punto di vista storico in realtà non si è neanche sicuri che San Giorgio sia realmente esistito, se ricordo bene i miei studi di egittologia, esiste l'ipotesi che la sua figura sia stata creata di sana pianta su quella del dio egizio Horus, che a volte è rappresentato, durante il viaggio notturno del sole nel regno dei morti, mentre uccide con la lancia il serpente Apofis, simbolo delle tenebre.

Santa Giovanna d'Arco: nacque a Domrémy, in Borgogna, da una famiglia di contadini proprio negli anni più tragici della Guerra dei Cent'anni. A tredici anni cominciò a sentire delle voci e visioni dell'Arcangelo Michele e delle sante Caterina e Margherita che le ordinarono di liberare la Francia dagli inglesi e far incoronare il legittimo erede al trono. Riuscì a presentarsi al Delfino Carlo VII, che dopo averla fatta interrogare da una commissione di religiosi, decise di crederle e le affidò degli uomini per liberare Orleans. Giovanna riuscì a ribaltare le sorti della guerra, ma dopo l'incoronazione di Carlo la situazione cambiò e Giovanna continuò a combattere gli inglesi sempre più sola. Nel 1430 venne catturata dai borgognoni e venduta agli inglesi, processata come eretica e condannata al rogo. Venne bruciata viva a Rouen a 19 anni. Venticinque anni dopo un nuovo processo la riabilitò riconoscendo le moltissime irregolarità e la sentenza arbitraria con cui gli inglesi avevano fatto in modo di liberarsi di lei. Venne proclamata santa e patrona di Francia nel 1922. Le sue rappresentazioni nelle chiese ovviamente sono moderne, ma lei è generalmente rappresentata in armatura e con i capelli corti.

Saint Maclou (in italiano San Maclovio): si racconta che fosse originario del Galles e che sia nato nel 520 circa. Avrebbe accompagnato San Brendano nella sua ricerca del paradiso terrestre. Sarebbe poi approdato in Francia in cerca di un luogo dove vivere da eremita, per poi fondare una nuova città di cui fu il primo vescovo. Sarebbe morto il 15 Novembre di un anno imprecisato, si parla del 620, 640 o 649.

San Nazario e San Celso: sono rari da trovare, secondo la tradizione Nazario fu discepolo di Pietro e si dedicò all'evangelizzazione dell'impero romano. In Gallia, l'attuale Francia, gli venne affidato Celso come discepolo. Nazario era cittadino romano, dunque quando venne arrestato, come Paolo, fu inviato a Roma per subire un processo, insieme al suo allievo. Condannati a morte per annegamento si salvarono e continuarono la loro predicazione, nuovamente arrestati vennero decapitati nel 76 d.C. 

Saint Ouen (in italiano San Audoeno, lo so: è inascoltabile): nato da nobile famiglia intorno al 609, fu cancelliere di due re dei Franchi, Dragoberto e Clodoveo II, per poi diventare il principale consigliere della moglie di quest'ultimo, reggente in vece del figlio minorenne. Fondò un'abbazia a Rebais quando era ancora laico. Venne poi eletto vescovo di Rouen nel 640, ricevendo l'anno seguente l'ordinazione episcopale (allora non era obbligatorio il seminario per prendere i voti o per accedere alla carica di vescovo specie se si era nobili). Nel 644 convocò un sinodo contro la simonia, il commercio di reliquie sacre; nel frattempo consacrò numerose abbazie, tra cui Jumièges. Morì nel 684 e venne sepolto a Rouen nella chiesa a lui intitolata.

San Paolo, Paolo di Tarso o Saulo: nato appunto a Tarso da famiglia ebrea e cittadino romano in un primo momento fu avversario e persecutore dei cristiani. Si racconta che fosse presente alla lapidazione di Santo Stefano pur non partecipandovi attivamente. Si convertì sulla via di Damasco, quando secondo la tradizione una luce lo fece cadere da cavallo accecandolo e Gesù gli chiese << Perché mi perseguiti? >> Una volta guarito Paolo diviene predicatore e in numerosi viaggi per tutto il mediterraneo si dedicò moltissimo alla predicazione tra i pagani opponendosi a quanti volevano imporre la circoncisione ai nuovi convertiti prima del battesimo. Nel 57 d.C. circa viene arrestato a Gerusalemme con l'accusa di turbare l'ordine pubblico, essendo cittadino romani si appella all'imperatore e viene mandato a Roma, verrà poi rilasciato per mancanza di accusatori. Viene infine arrestato durante le persecuzioni nel 64 o nel 67 e condannato a morte, godendo della cittadinanza non è legale crocifiggerlo e la sentenza viene eseguita per decapitazione.

San Pietro Martire o Pietro da Verona (da non confondere con l'apostolo di Cristo): nacque nel 1205 circa da una famiglia catara. Diventò frate domenicano e si dedicò alla predicazione contro l'eresia, in particolare proprio quella catara causando anche scontri violenti in varie comunità. Nel 1252 venne assassinato da dei sicari con una particolare falce, un falcastro; di solito è infatti rappresentato con l'abito da frate domenicano e una falce conficcata nella testa. La cosa assurda è che uno dei suoi assassini venne in seguito proclamato beato (non per averlo ucciso, per il successivo pentimento). 

San Ranieri: patrono di Pisa, dove nacque nel 1118, figlio di un ricco mercante. Trascorse la giovinezza esattamente come altri ragazzi ricchi del tempo fino all'incontro con un eremita, Alberto. Ranieri a quel punto decise di seguire il suo esempio e rinunciare a tutti i suoi beni. Si trasferì poi in Terrasanta per vivere in penitenza. Tornò a Pisa con un amico e concittadino e si ritirò nel monastero di San Vito. Morì nello stesso monastero nel 1161, già quasi venerato per i suoi miracoli. Secondo la leggenda nel momento della sua morte tutte le campane della città cominciarono a suonare da sole contemporaneamente.

San Rocco: nato a Montpellier, da una famiglia ricca tra il 1345 ed il 1350, dopo la morte dei genitori distribuì i suoi averi ai poveri e decise di recarsi in pellegrinaggio a Roma. Durante il cammino si fermò più volte a soccorrere e curare gli ammalati di peste.  Arrivato alla cittadina di Acquapendente la liberò dalla peste e raggiunse infine Roma, dove rimase alcuni anni curando gli ammalati. Durante il viaggio di ritorno in patria Rocco si ammalò di peste a Piacenza e si isolò in una grotta, dove sopravvisse grazie ad un cane che tutti i giorni gli portava da mangiare. Venne poi soccorso dal proprietario del cane, un nobile del luogo che lo curò. Guarito, Rocco riprese il cammino fino a raggiungere Voghera (ma su questo luogo le fonti non sono concordi), dove venne scambiato per una spia ed imprigionato. Non fece nulla per discolparsi o per farsi riconoscere, alcune persone importanti in città erano infatti imparentate con lui, e morì in carcere tra il 1376 e il 1379.

San Sebastiano: era un soldato romano convertito al cristianesimo. Secondo la tradizione l'imperatore Diocleziano lo fece uccidere dagli arcieri che lo trafissero con le frecce; è in questo modo che è solitamente rappresentato infatti. Tuttavia, la tradizione dice che Sebastiano non morì: quando i soldati lo abbandonarono, credendolo morto, Irene nel recuperare il corpo si accorse che era ancora vivo e lo curò, gli arcieri di Diocleziano dovevano avere una decisamente pessima mira. Anche quest'episodio ogni tanto si ritrova nei dipinti, Sebastiano a questo punto tornò a presentarsi all'imperatore, che questa volta lo fece flagellare a morte. 

San Silvestro I papa: venne eletto al soglio pontificio nel 314, della sua vita prima di questa data non sappiamo praticamente nulla, si può soltanto ipotizzare che si sia convertito al cristianesimo durante il regno di Diocleziano. Nello stesso anno della sua elezione l'imperatore Costantino concesse libertà di culto ai cristiani, ponendo fine alle persecuzioni tant'è che Silvestro è il primo santo della chiesa cattolica a non essere anche un martire. Dovette organizzare il passaggio del cristianesimo da religione clandestina a religione lecita e quindi dotare la chiesa di una struttura organizzata e cominciare la costruzione dei primi luoghi di culto. La tradizione gli attribuisce un ruolo di primo piano nella conversione di Costantino e nel battesimo dell'imperatore, che però secondo altri non fu eseguito da Silvestro. Durante il suo pontificato si svolsero i concili di Arles e di Nicea, convocati per risolvere una crisi dovuta allo scisma dei Donatisti ed alla diffusione dell'eresia ariana, a cui lui non presenziò, ma inviò dei delegati. Silvestro morì nel 335.

San Zeno (o Zenone): le notizie sulla sua vita sono scarne. La tradizione lo dice originario della Mauretania (una delle province romane in nord Africa) e vescovo di Verona dal 362 al 371 d.C.. Persona molto erudita, ci sono giunti numerosi sermoni da lui scritti, ma anche molto semplice ed austera. Si dedicò soprattutto all'evangelizzazione contro il paganesimo, ancora molto diffuso in quegli anni in special modo nelle campagne e l'arianesimo, una corrente cristiana giudicata eretica dai cattolici, ma allora molto diffusa. 

Commenti

  1. Mi piace molto questa rubrica, spero che la continuerai con altri nomi.
    Devo confessare che non mi sono mai curata di sapere che fine avesse fatto davvero San Sebastiano! voglio dire che per me era morto lì sotto tutte quelle frecce, invece anche lui è di quelli con la pelle dura, interessante, grazie.

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