MUSEO ARCHEOLOGICO DI FIRENZE
ACCESSIBILITA'
Il museo è accessibile, ma non si arriva in biglietteria. Bisogna avvertire all'ingresso e farsi aprire l'ingresso laterale. Che si raggiunge passando per la via che separa il museo dallo Spedale degli Innocenti e proseguendo per qualche centinaio di metri; fate attenzione ai marciapiedi perché sono un po' scomodi.
All'interno c'è l'ascensore, mentre per arrivare ai reperti preistorici c'è un servoscala, non so se funzionasse perché non ho avuto tempo di visitare anche quella parte lì.
Il bagno che ho usato io era pulito.
COSA C'E' DA VEDERE
Il museo ospita varie collezioni e reperti famosi.
Cominciamo dalla collezione egizia e troviamo un carro risalente al Nuovo Regno. Non si vede molto bene, ma il pezzo di legno sul cassone è un arco. Questi veicoli servivano per andare a caccia, la prima cosa che mia madre ha detto quando lo ha visto è stata che non sembrava molto sicuro e in effetti non sorprende che alcuni studiosi abbiano avanzato l'ipotesi che Tutankhamon sia morto proprio cadendo dal carro in un incidente di caccia...
La collezione più ricca del museo è però quella etrusca.
Questo reperto non è famoso ma è sicuramente particolare. Si tratta di un "graffione", non so se sarete delusi o sollevati, ma vi informo che non si tratta di uno strumento di tortura. Di fatto è il sostegno di una torcia, qui ci hanno messo dell'ovatta, ma quello arrotolato attorno agli uncini doveva essere uno stoppino a cui ovviamente veniva poi dato fuoco.
La maggior parte dei reperti etruschi proviene da tombe, ecco dunque il famoso Cinerario di Montescudaio. Particolare per le appliques, cioè le figurine in terracotta applicate al coperchio e ad un'ansa. Sull'ansa troviamo un personaggio in trono, probabilmente il defunto, mentre sul coperchio lo stesso personaggio è seduto davanti ad una tavola imbandita con una persona che gli fa vento, come doveva accadere nei banchetti dei ricchi. La sua particolarità sta anche nel fatto che questo è un vaso realizzato appositamente per essere un'urna cineraria, non un vaso di proprietà del defunto usato nella vita quotidiana che al momento della sepoltura viene scelto per contenere i resti della cremazione.
I defunti però non erano sempre cremati, a seconda delle epoche venivano anche inumati in sarcofagi. Questo è assolutamente straordinario per i colori che conserva, colori che probabilmente erano presenti su molti altri, ma che nella maggioranza dei casi sono svaniti con il tempo.
Vi ricordate i corredi funerari di Chieti con le ceramiche da banchetto? Anche qui i defunti erano accompagnati da oggetti simili, solo in questo caso un po' più grandi: il Cratere François ha una capacità di 80 litri! Questi oggetti servivano per mescolare il vino con l'acqua durante i banchetti di solito la proporzione andava da un terzo di acqua e due terzi di vino a due terzi di acqua. Se vi state chiedendo come mai agli antichi piacesse il vino annacquato è perché erano quasi "costretti" a berlo così; a causa dei processi di produzione e conservazione il vino in antichità raggiungeva gradazioni paragonabili ai moderni superalcolici, dunque se non si voleva essere brilli già alla seconda coppa, era inevitabile allungarlo. In ogni caso al proprietario doveva piacere bere con gli amici, viste le dimensioni del cratere!
Infine una rarissima statua in bronzo detta dell'Arringatore a causa del gesto del personaggio, che ci testimonia il passaggio dal mondo etrusco a quello romano. L'uomo è infatti abbigliato alla moda romana, ma sul bordo della toga corre un'iscrizione in etrusco.
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