MUSEO EGIZIO DI TORINO
ACCESSIBILITA'
Il percorso è completamente accessibile.
I bagni disabili si trovano in vari punti ed erano pulitissimi.
COSA C'E' DA VEDERE
Vediamo cosa ci riserva il secondo museo egizio più grande del mondo.
Abiti che hanno più di 4000 anni, questa tunica di lino poi ha ancora tutta la sua plissettatura. Fortunatamente gli egizi avevano l'abitudine di deporre nelle tombe tutto ciò di cui una persona poteva aver bisogno nell'aldilà e per evitare di rubare spazio alle colture le necropoli si trovavano in zone desertiche; di conseguenza il contenuto delle sepolture, quando non è stato depredato, si è conservato assolutamente intatto fino a noi.
Ma come si presentava una tomba così antica al momento della scoperta? Più o meno così. Questa è la Tomba degli Ignoti, una sepoltura famigliare, ritrovata inviolata che però non riporta da nessuna parte i nomi dei defunti; un fatto molto strano: secondo le credenze egizie per poter accedere alla vita nell'aldilà era assolutamente necessario che il proprio nome non venisse dimenticato. Oltre ai sarcofagi vediamo una grande quantità di vasi, che potevano contenere di tutto dalle bevande ad olii e cosmetici, ci sono poi dei sandali e un modellino di una barca, che avrebbe dovuto consentire al defunto di continuare a navigare. Modellini di intere case con tanto di lavoratori sono comuni fino al Medio Regno, si sarebbero dovuti animare per consentire al defunto di godere degli stessi agi di cui aveva goduto in vita.
Gli egizi avevano la mania di scrivere tutto perché sapevano che qualunque cosa venga scritta ha molte più probabilità di essere ricordata ed i faraoni lo avevano capito meglio di chiunque altro. Ecco perché, dopo l'estinzione della famiglia di Tutankhamon, il generale Horemheb nel raccontare la propria incoronazione si vanta di come fosse stato prescelto da Amon, il principale dio venerato in quel periodo, in qualche modo doveva legittimarsi.
Il vero gioiello del museo è certamente la tomba intatta di Kha e Merit. Kha era un architetto che sovrintendeva alla costruzione delle tombe nella Valle dei Re, una persona sicuramente importante, Merit era sua moglie. All'interno della tomba sono stati ritrovati molti mobili appartenuti alla coppia, decine di forme di pane, oggetti di uso quotidiano; oltre ai due sarcofagi con i corpi dei coniugi. La mummia di Merit in particolare era coperta da una splendida maschera funeraria, non d'oro massiccio, ma sicuramente placcata in oro e con decorazioni di pietre semipreziose.
L'oggetto più sorprendente della tomba e del museo è però certamente questo: la parrucca di Merit; realizzata con capelli veri e perfettamente conservata. Non è detto che Merit la portasse tutti i giorni, ma sicuramente la indossava per le occasioni importanti o le cene con amici. Gli egizi hanno avuto per tutta la loro storia la moda per le parrucche, anche per gli uomini a prescindere dal fatto che sotto si avessero i capelli o meno; molti infatti si radevano i capelli anche per ragioni di igiene: si eliminavano i pidocchi.
Concludiamo con la nuovissima Galleria dei Re, anche se queste sono statue di divinità. Si tratta di Sekhmet, la dea dalla testa di leonessa, che proteggeva, ma era anche meglio non fare arrabbiare. Anche se comunque non si trattava di una divinità malvagia, era chiamata "La Terrificante" e aveva il potere di inviare carestie o epidemie. Queste sculture tutte uguali sono una parte delle 365, una per ogni giorno dell'anno, che si trovavano nel tempio di Ptha, suo marito secondo la mitologia egizia, e a cui all'occorrenza si potevano fare offerte o recitare formule per placare l'ira della dea.
Una delle sculture più belle di tutta la galleria è senza dubbio questa e finalmente incontriamo uno dei faraoni più famosi di tutta la storia egizia: Ramesse (o Ramses) II. Famoso per aver costruito decine di templi e, ironia della sorte, è considerato un grande guerriero per via della battaglia di Qadesh che probabilmente non vinse e in cui sfiorò la disfatta, mentre nessuno si ricorda di Tutmosi III che portò l'Egitto alla sua massima espansione, ma tra i due era Ramesse l'assoluto maestro di propaganda...







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