MUSEO DELLA REPUBBLICA DI MONTEFIORINO E DELLA RESISTENZA

 ACCESSIBILITA'

Il museo si trova al piano terra della rocca medioevale ed è accessibile. 

Ci sono alcuni parcheggi disabili in prossimità della rocca, altrimenti per arrivare a piedi bisogna fare un po' di strada in salita.

Il bagno disabili vero e proprio non c'è, ma il bagno è comunque abbastanza grande per fare entrare una carrozzina e c'è una maniglia.

COSA C'E' DA VEDERE

Il museo ospita vari reperti della Seconda Guerra Mondiale e racconta la storia della resistenza sull'Appennino.

Ecco delle armi dell'epoca ed un telefono portatile, oggetti che venivano usati sia dai tedeschi e dai soldati della Repubblica di Salò sia dai Partigiani. E' forse poco noto, ma nella primavera del '44 Montefiorino ed i territori limitrofi vennero liberati dai partigiani, che instaurarono un primitivo governo democratico. L'esperienza fu tuttavia di breve durata, in pochi mesi i tedeschi ripresero il controllo della zona. 

Alcuni modellini tentano di ricostruire dei momenti di vita quotidiana negli anni della Resistenza e di ricostruire il rapporto con la popolazione civile. Perché a dispetto di come ce l'hanno raccontata a volte, la maggioranza degli italiani dopo l'armistizio non aiutò direttamente i partigiani né aderì alla resistenza, se lo avesse fatto i tedeschi sarebbero stati costretti ad andarsene subito dall'Italia. Gli italiani volevano in realtà soltanto che la guerra finisse e molti tentarono, pur aiutando i partigiani quando capitava o evitando di denunciarli, di mantenersi per così dire "neutrali"; si cercò di rimanere vivi, evitando di morire di fame o a causa della guerra. Forse non è così difficile capire questa scelta se solo ci si riflette un attimo; molti uomini validi erano in guerra, nei paesi erano rimaste soprattutto persone anziane, donne e bambini e unirsi ai partigiani o anche aiutarli significava mettere anche loro a rischio di rappresaglie tedesche. Non tutti siamo eroi a questo mondo, ma non dobbiamo dimenticare che la realtà non è mai bianca o nera; anche se la storiografia spesso mette in risalto soltanto il coraggio di coloro che si unirono alle brigate partigiane e combatterono attivamente contro i tedeschi, io credo che sia necessario riconoscere anche il coraggio di tutte quelle persone che, pur restando a casa, aiutarono i partigiani dando loro il loro cibo, curandoli o nascondendoli o semplicemente evitando di dare informazioni ai tedeschi. Può sembrarci poco, ma senza tutte queste persone normali le formazioni partigiane non sarebbero mai potute sopravvivere e la liberazione dell'Italia avrebbe avuto tutta un'altra storia.

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