SALE REALI A VENEZIA
ACCESSIBILITA'
I due appartamenti fanno parte del Museo Correr e il secondo di questi è visitabile soltanto su prenotazione con visita guidata, mentre il primo fa parte del normale percorso di visita.
Per accedere agli appartamenti bisogna presentarsi al Museo Correr, da lì gli addetti vi porteranno all'ascensore. All'ascensore si accede dall'esterno del palazzo e c'è la pedana per superare uno scalino, inoltre l'ascensore è un po' piccolino, ma una carrozzina normale ci entra. Da lì si arriva alle stanze senza problemi.
I bagni si trovano nel Museo Correr, di cui vi parlerò domani.
COSA C'E' DA VEDERE
La visita guidata parte dalla spettacolare sala da ballo, poi si prosegue nel cosiddetto "Appartamento di Sissi". Effettivamente l'Imperatrice Elisabetta abitò in queste stanze in tutto meno di un anno durante il periodo in cui il Veneto rimase sotto il dominio asburgico.
Queste stanze ospitarono ben tre famiglie regnanti, quindi vennero rimaneggiate e ridecorate varie volte. Anche per questo il mobilio a volte c'è e a volte no, con i vari traslochi i mobili vennero a volte portati via. Questo mobile in realtà non ha nulla a che fare né col palazzo né con le tre casate, viene infatti dal museo del settecento veneziano, ma visto che lo studio dell'Imperatrice era rimasto vuoto...
Abbiamo visto che questo palazzo venne utilizzato dagli Asburgo, ma non furono loro a far costruire questi appartamenti: su questo letto spicca la lettera "E", che sta per Eugène de Beauernais. Lui era il figliastro di Napoleone e fece costruire queste sale su ordine del patrigno, perché l'imperatore avesse un palazzo quando veniva in visita a Venezia. Fino ad allora infatti Venezia era stata una repubblica ed i dogi avevano risieduto a Palazzo Ducale, ma con la conquista napoleonica serviva un palazzo imperiale: Napoleone evidentemente era abbastanza furbo da sapere che insediarsi negli appartamenti del Doge non sarebbe stata una buona idea...
Passando poi al cosiddetto appartamento dell'Imperatore la sala Moresca è senza dubbio l'ambiente più suggestivo con le sue decorazioni in stile arabo. Il tavolino che si trova nella stanza, anche se le decorazioni richiamano lo stile della sala, è di fattura locale. Il piano è completamente realizzato in vetro di Murano, le parti iridescenti in particolare sono frutto di una tecnica tutt'oggi usata, ma nota soltanto ad alcuni maestri vetrai di Murano. Ultima curiosità: queste stanze vennero effettivamente usate dall'Imperatore Francesco Giuseppe, marito di Sissi, ma vennero decorate in realtà per suo fratello Massimiliano d'Asburgo, fu lui a volere il salottino moresco.
Infine con l'Unità d'Italia arriviamo alla terza ed ultima famiglia che abitò qui: ovviamente i Savoia. Ed ecco che lo stile dei mobili cambia di nuovo. Anche se la decorazione delle stanze rimane quasi invariata, ad eccezione della camera di Vittorio Emanuele II. Per arredare gli ambienti vengono portati mobili da altre residenze ed ecco che ritroviamo una nostra vecchia conoscenza: il particolare scrigno nella foto è opera dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Ho detto che i Savoia non toccarono la decorazione delle stanze, forse però dovrei dire che si limitarono a qualche piccolo ritocchino: guardate bene i riquadri di questi soffitti e riconoscerete la bandiera italiana. Secondo voi gli Asburgo avrebbero potuto anche lontanamente sognarsi di mettere una bandiera italiana in un loro palazzo? Assolutamente no, loro avevano dipinto le bandiere dell'Impero Austro-ungarico! Ma altrettanto certamente i Savoia non avrebbero mai lasciato la rappresentazione della bandiera dei loro nemici una volta preso possesso del palazzo.
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