ORTO CAROLINGIO DI MANTOVA

ACCESSIBILITA'

Il giardino è accessibile, soltanto un po' sconnesso in certi punti. Non so però quali possano essere le condizioni dopo qualche giorno di pioggia.

COSA C'E' DA VEDERE

L'orto carolingio è stato ricreato negli ultimi anni accanto ad un convento sulla base del Capitulare de villis, una legge voluta da Carlo Magno per organizzare le coltivazioni nelle terre dei conventi del suo regno, secondo il principio dell'autosufficienza.

Prima parte: il giardino con la rimessa degli attrezzi, qui la curiosità si trova sul tetto, che è tutto ricoperto da una pianta, la Barba di Giove. Questa piccola pianta all'epoca di Carlo Magno serviva per dare stabilità ai tetti. Come? Premettendo che all'epoca pochissimi edifici avevano una copertura in tegole, mentre la maggioranza era coperta con legno e paglia, la Barba di Giove con le sue radici teneva ferma la paglia e dava compattezza alla struttura.

Seconda parte: l'orto con le piante commestibili e quelle officinali, che il Capitulare elenca con precisione. Queste particolari aiuole rialzate si chiamano prese e al loro interno si coltivavano le verdure per la tavola e le piante per la farmacia del convento. All'epoca infatti i monaci erano anche medici ed erboristi, erano gli unici a saper curare usando le piante? Non proprio, c'erano anche le guaritrici, le stesse che a volte venivano processate come streghe. Le prese sono rialzate per due motivi, proteggere le piante da talpe e roditori che mangiano le radici e far fare un po' meno fatica ai monaci, come diceva anche mio nonno "la terra l'è bassa"... 

Terza parte: la vigna. Ovviamente su una tavola medioevale il vino non doveva mai mancare, anche perché all'epoca l'acqua non era pulita e controllata come quella che esce dai nostri lavandini, anzi con gli acquedotti romani non più in funzione e l'assoluta mancanza di sistemi fognari spesso era contaminata. Quindi o la si beveva e si rischiava di prendersi il tifo o altre forme di dissenteria o si ripiegava su bevande alcoliche come vino o birra, che da quel punto di vista erano più sicure.

Quarta parte: il frutteto o brolo. Qui si coltivavano vari alberi da frutto, la scelta di non inserire un unica specie non serviva solo per variare la dieta, ma anche per difendere gli alberi da malattie e parassiti. In un frutteto in cui ci sono solo ad esempio dei meli, se uno viene attaccato da una malattia questa contagerà anche tutti gli altri, distruggendo completamente il frutteto. Se invece nel frutteto sono mischiati meli, susini, fichi ecc. la stessa malattia potrà colpire qualche albero, ma difficilmente riuscirà ad attaccare tutte le piante o anche solo tutti i meli presenti, dunque il frutteto si difenderà in maniera naturale. 

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