MUSEO NAZIONALE UNGHERESE (MAGYAR NEMZETI MÚSEUM) A BUDAPEST
ACCESSIBILITA'
Bisogna fare un po' il giro del perdono, ma il museo è accessibile. Alle sale del primo piano si arriva con un servoscala, al secondo con l'ascensore.
COSA C'E' DA VEDERE
Partendo dall'antichità abbiamo numerosi reperti romani. Quante fibule vi ho mostrato nei miei post e quante ne avete viste in giro per musei? Eppure quando mai in Italia dicendovi che servivano per chiudere le vesti vi hanno spiegato cosa si intendesse con quest'espressione? Guardate questo semplicissimo espediente, mi sembra che qui non ci sia alcun bisogno di commentare; un manichino, un lembo di stoffa... ed ecco chiarito qualunque dubbio.
Al IV secolo d.C., dunque alla tarda età romana, appartiene invece questo sostegno per un bacile in argento. Pensate che venne ritrovato insieme ad altri oggetti per un totale di 20 kg di argento! Il tesoro di Seuso venne venduto sul mercato antiquario poi si riconobbe che gli oggetti provenivano dalla Pannonia, una regione dell'Impero Romano che è situata nell'attuale Ungheria; dunque riportato alla sua terra d'origine.
Questa non è la Sacra Corona giusto? No ovviamente, ma questo monile del XIII secolo ha comunque a che fare con la monarchia ungherese. Venne infatti ritrovato sull'Isola Margherita all'interno del monastero, ma che ci faceva lì e perché dovrebbe avere a che fare con i re ungheresi? Perché il monastero venne fondato dal re Bela IV per sua figlia e nello stesso monastero, oltre alla principessa, vennero sepolti il successore di Bela, re István V ed il figlio, ucciso proprio sull'isola; la corona quindi proviene con tutta probabilità da una delle tombe reali.
E a proposito di monarchia ungherese al museo è esposto anche il Mantello dell'Incoronazione, che secondo la tradizione sarebbe stato usato da Szent István in persona e questa volta la datazione conferma che il mantello risale all'epoca giusta.
Al museo scopriamo la storia dell'Ungheria costellata da invasioni e di conseguenza da guerrieri di varie culture, ognuno con le proprie armi tradizionali. Ecco ad esempio l'equipaggiamento di un ussaro. Guardate che forma strana ha lo scudo, immagino che lo scopo fosse proteggere la spalla ed il braccio sinistri senza impacciare i movimenti del destro.
Infine un po' di storia della moda, in museo sono esposti numerosi abiti di varie epoche. Ecco come ci si vestiva nel XVIII secolo da queste parti, il completino da bambino risale al 1745 circa. Certo doveva trattarsi del rampollo di una famiglia molto ricca e nobile.
Passa un secolo e si cambia il corpetto. Qui non si vede ma l'abito ha anche uno strascico bello lungo, mi chiedo se la signora girasse sempre con dietro il paggetto o lo facesse strusciare per terra con il rischio di rovinarlo. In ogni caso avete notato che tutte hanno un copricapo? Noi oggi diciamo tanto di alcune culture, ma sembra che ci siamo dimenticati che fino ad appena cinquant'anni fa anche da noi nessuna donna si sarebbe sognata di uscire a testa scoperta.
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