CASTELLO ESTENSE A FERRARA

 ACCESSIBILITÀ 

La visita è quasi completamente accessibile, fanno eccezione solo alcune sale accanto alla cucina. 

Il bagno disabili era pulito. 

COSA C'È DA VEDERE 

Il castello ha la classica forma dei disegni dei bambini: quattro torri ai lati ed una a proteggere gli ingressi. Ogni lato ha un ponte levatoio. 

Al piano terra si racconta la storia della famiglia d'Este, anche perché le sale non sono decorate, si trattava infatti degli ambienti di servizio. La cucina però è rimasta abbastanza intatta con i suoi banconi in muratura dove si cucinava. Tra l'altro è gigantesca, gli Este erano famosi per i loro banchetti.  

A pochi passi troviamo invece la cella di Don Giulio, questa cella era destinata a personaggi di alto rango o prigionieri che si voleva tenere sotto stretta sorveglianza. Don Giulio (Don in questo caso non è un titolo sacerdotale, è da intendersi come signore) rispondeva ad entrambi i casi. Era fratello del Duca Alfonso e del cardinale Ippolito d'Este, ma aveva organizzato un attentato contro di lui assieme ad un quarto fratello, Don Ferrante. Per questo nel 1506 i due congiurati vennero condannati all'ergastolo,  Ferrante morì in cella dopo 34 anni, mentre Giulio dovette aspettare il 1559 per ottenere la grazia e la liberazione. Ma non è certo chi sia l'autore delle scritte sui muri.

Il piano nobile del palazzo è vuoto perché tutto il mobilio venne portato a Modena quando gli Este dovettero restituire Ferrara allo stato pontificio, ma sopravvivono ancora dei soffitti affrescati e pochissimi dipinti murali. Sul soffitto ecco delle gare, mentre l'altro dipinto rappresenta un baccanale (neanche a dirlo: non si trattava di una sala in cui accogliere gli ospiti). 

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