VIA APPIA ANTICA A ROMA

 ACCESSIBILITA'

Il tratto che abbiamo percorso noi (grossomodo intorno a Villa dei Quintili) era percorribile, anche se in alcuni punti con un po' di difficoltà a causa del fondo molto dissestato. 

La strada è lunga (il tracciato originale arriva fino a Brindisi), ma anche l'area archeologica appena fuori Roma copre parecchi chilometri. Il tratto che io ho percorso e di cui ovviamente vi parlerò dovrebbe corrispondere a grandi linee all'itinerario 2 del sito ufficiale. https://www.parcoappiaantica.it/itinerari/la-via-appia

I bagni non c'erano.

COSA C'E' DA VEDERE

Sicuramente l'antica Via Appia fiancheggiata da alberi e soprattutto da antiche tombe. All'epoca dei romani infatti era proibito seppellire i morti entro le mura delle città per intuibili ragioni igieniche, dunque i cimiteri tendevano a svilupparsi lungo le strade di accesso ai centri urbani. Fu il cristianesimo con il suo culto dei martiri sepolti nelle chiese e la necessità di seppellire i morti vicino a luoghi consacrati a portare le sepolture all'interno dei centri abitati. Forse in questo caso sarebbe stato meglio mantenere la tradizione pagana...

Comunque proviamo a vedere chi venne sepolto lungo questo tratto di strada... Il cosiddetto Mausoleo circolare (n° 6 dell'itinerario) ricorda molto una tomba etrusca anche nella struttura interna, anche se è datato alla prima età imperiale, dunque al I sec. d.C. Anche se per i nostri canoni la civiltà etrusca finisce molto prima, è sicuro che a Roma all'epoca vivevano famiglie di origini etrusche; ipoteticamente quindi una di queste famiglie avrebbe potuto farsi costruire un sepolcro nello stesso stile di quelli dei loro antenati. Purtroppo però in mancanza di iscrizioni con i nomi dei defunti è impossibile averne la certezza. 

Qui invece siamo molto fortunati l'iscrizione sulla tomba si è conservata perfettamente, si può quindi affermare senza ombra di dubbio che questo sepolcro (n° 15) appartiene ai coniugi C. Rabirius Hermodorus e Rabiria Demaris e Usia Prima (al centro). I primi due erano senza dubbio liberti, schiavi liberati, lo capiamo dal nome uguale: secondo la legge romana uno schiavo liberato aggiungeva al proprio il nome del suo ex padrone. La terza donna, definita sacerdotessa di Iside, invece probabilmente venne aggiunta in seguito, ma non è dato sapere se avesse un rapporto di parentela con gli altri due. 

Superando l'incrocio con via Tor di carbone i sepolcri si fanno più grandi, è il caso del Tumulo dei Curiazi (n° 5). Il nome rimanda al mitico scontro tra Orazi e Curiazi che secondo la leggenda si sarebbe svolto proprio in questo luogo, ma ovviamente è molto difficile che sotto questa torretta di epoca decisamente più recente siano stati sepolti i personaggi del mito. 

Decisamente imponente l'ultima tomba che vi mostro, chiamata Sepolcro a Piramide (n° 8). Siamo proprio accanto alla Villa dei Quintili, per questo tradizionalmente questa è identificata come la tomba dei due fratelli proprietari della villa, ma a parte la datazione che coincide non vi sono indizi a sostegno di questa ipotesi e considerando che Roma all'epoca aveva qualcosa come un milione di abitanti circa...

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