BASILICA DI SANT'ANDREA A MANTOVA
ACCESSIBILITA'
L'accesso disabili c'è, ma è un po' difficile da trovare. Si trova su un lato, ma la chiesa è attaccata ad altri palazzi, quindi bisogna fare letteralmente il giro intorno all'isolato per trovarlo. Passando sotto il portico di Piazza delle Erbe e svoltare subito a sinistra in via Leon D'Oro, poi di nuovo subito a sinistra, ci si ritrova in una piazzetta dove si trova l'ingresso laterale della basilica.
Per scendere nella cripta ci sono delle scale.
COSA C'E' DA VEDERE
La struttura della basilica venne progettata da Leon Battista Alberti, che per la facciata si ispirò non ad altre chiese... ma agli archi trionfali degli imperatori romani, mentre per l'interno progettò un'unica navata, probabilmente per dare l'impressione che l'ambiente già grande di per sé, risulti addirittura immenso.
L'unica parte della chiesa a non essere opera di Alberti è la cupola, che venne aggiunta nel '700 da Filippo Juvarra e che risulta essere una delle più grandi d'Italia.
La chiesa ha una decorazione ricchissima, di fatto non c'è un centimetro di parete libero, dai soffitti a cassettoni ai fregi sui pilastri del transetto, fino alle cornici dei finestroni dell'abside, decorata con il martirio di Sant'Andrea. I fregi a grottesche tuttavia sono abbastanza delicati da non risultare pesanti.
Proprio sotto la cupola troviamo l'ottagono che a sua volta si trova proprio sopra la cripta che ha la stessa forma. Questo di fatto è il cuore della basilica, ma cosa custodisce di tanto prezioso?
Questo altare custodisce due teche con il Preziosissimo Sangue, cioè il sangue che sarebbe uscito dalla ferita al costato di Cristo durante la Crocifissione. Secondo la leggenda il soldato romano Longino, dopo aver trafitto Gesù con la lancia, per assicurarsi che fosse morto, avrebbe raccolto la terra impregnata del sangue caduto e l'avrebbe portata con sé fino a Mantova per poi nasconderlo prima di morire. La reliquia venne poi ritrovata nell'804, facendo sorgere qui la prima chiesa. Successivamente ampliata e ricostruita varie volte a seguito delle vicende della reliquia che venne nascosta e ritrovata a più riprese.
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