CHIESA ABBAZIALE A SAN BENEDETTO PO

 ACCESSIBILITA' 

Il grosso della chiesa è accessibile. 

L'area del coro presenta una decina di scalini parecchio ripidi ed una porta abbastanza stretta. Per accedere alla sacrestia ci sono altri due gradini.

Comunque la sacrestia, il coro, la tomba di Matilde e l'oratorio di Santa Maria sono visibili soltanto con la visita guidata.

COSA C'E' DA VEDERE

Vi ho già raccontato che il complesso venne fondato da Tebaldo da Canossa, il nonno di Matilde di Canossa; tuttavia nessuno dei due vide mai la chiesa con questo aspetto, perché l'intera basilica venne rimodernata nel '500 da Giulio Romano su ordine dei Gonzaga. Giulio Romano però era molto rispettoso dei monumenti del passato e rispettò il più possibile l'impianto originale dell'edificio, tanto che se lo si guarda dal lato, si può ancora intravedere la facciata originaria. 

Giulio Romano era anche un grande estimatore dell'arte antica, tanto che dopo aver ammirato i dipinti della Domus Aurea a Roma ne ripropose lo stile anche all'interno di questa chiesa, che di conseguenza, caso rarissimo per un edificio di culto, ha i soffitti decorati a grottesche e anche i festoni che decorano gli archi sono  un prestito dall'arte romana. 

Le navate laterali invece vengono aggiunte e accanto ad ogni cappella troviamo la statua del santo a cui è dedicata e ovviamente non può mancare San Simeone, riconoscibile dal cervo che lo accompagna. La statua come al solito in Pianura Padana non è in marmo, ma è stata realizzata in terracotta da Begarelli.

Giulio Romano realizzò anche i disegni per il grande coro ligneo decorandolo con sfingi, alcuni vi diranno che le sfingi sono derivate dall'arte egizia; in realtà, vista la presenza delle ali direi che queste siano sfingi greche, contando anche che le aveva viste nella Domus Aurea

Questa abbazia era talmente importante per la famiglia Canossa, che Matilde decretò di essere sepolta proprio in questo luogo e più precisamente nell'oratorio di Santa Maria, dove venivano celebrate le esequie dei monaci. Dell'epoca è rimasto un mosaico in cui figura anche la Grancontessa, rappresentata con la spada e lo scudo. Ma il sarcofago non si trova più qui bensì venne spostato accanto alla sacrestia, con sopra una rappresentazione di Matilde questa volta a cavallo. In effetti Matilde di Canossa è quasi sempre rappresentata con le armi o a cavallo, ma non è una semplice iconografia che rimanda al suo impegno in difesa del papato durante la lotta per le investiture; la Grancontessa, ritrovandosi a ricoprire quello che alla sua epoca era il ruolo di un uomo, aveva ricevuto anche una formazione militare. In parole povere sapeva combattere. Comunque pare che le spoglie di Matilde abbiano avuto una vicenda turbolenta quasi quanto la sua vita: questo sarcofago infatti è vuoto e attualmente la tomba di Matilde di Canossa si trova nella Basilica di San Pietro a Roma. Nel 1633 il monastero stava attraversando una tale crisi che i monaci dovettero vendere le spoglie della Grancontessa a papa Urbano VIII. 

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