MONASTERO DI SAN BENEDETTO IN POLIRONE A SAN BENEDETTO PO
ACCESSIBILITA'
In realtà il giro completo, oltre ai locali dell'ex monastero, comprende anche la chiesa abbaziale e il Museo Civico Polironiano, ma c'è troppa roba per un post unico.
Il complesso è aperto nei weekend ed è disponibile la visita guidata, vi consiglierei di prenderla, perché sebbene duri quasi tre ore è molto interessante e vi permette di accedere ad alcuni locali altrimenti chiusi.
Le cantine cinquecentesche non sono accessibili perché c'è una scala. Il refettorio e i chiostri invece presentano soltanto qualche piccolo scalino sparso. Il primo piano è raggiungibile con l'ascensore.
I bagni si trovano lungo il percorso del museo.
COSA C'E' DA VEDERE
Appena si arriva ci si accorge che la chiesa ha una particolarità: questa serie di statue sul lato della facciata. In realtà c'è il trucco: un tempo il paese non esisteva e gli edifici che si trovano proprio di fronte a questa struttura, sull'altro lato della piazza, erano le stalle e l'ingresso dell'intero complesso, dunque chiunque fosse entrato questo muro se lo sarebbe ritrovato praticamente di fronte. Adesso ha senso!
Il refettorio dei monaci nasconde una sorpresa: un affresco del Correggio con incastonata una tela di Girolamo Bonsignori, a parte il fatto che come al solito nel refettorio troviamo rappresentata l'Ultima cena... non vi ricorda qualcosa questo dipinto? Esatto è una copia del Cenacolo di Leonardo e venne commissionata proprio così. L'abate del monastero ordinò a Correggio di ispirarsi alle Stanze Vaticane di Raffaello per lo sfondo e spedì Bonsignori a Milano con l'espresso ordine di copiare l'opera di Leonardo; tuttavia, una piccola licenza il pittore riuscì a prendersela: la tavola è molto più piena del dipinto originale.
Nelle cantine del refettorio è stato allestito un piccolo museo con i reperti della prima chiesa, fondata dal nonno di Matilde di Canossa nel 1007, che venne completamente rimodernata da Giulio Romano nel 1540 per volere dei Gonzaga, subentrati ai Canossa come proprietari del monastero. Questa iscrizione ricorda proprio la ristrutturazione del monastero.
Originariamente il Monastero aveva tre chiostri, oggi però del maggiore, dedicato al fondatore dell'ordine San Benedetto da Norcia, restano solo due lati. Gli altri sono stati demoliti a seguito della soppressione dei conventi voluta da Napoleone. Il motivo era anche cercare di evitare che negli scontri con gli austriaci il monastero potesse essere usato come fortezza.
Gli altri due invece si sono salvati, forse grazie al fatto di essere molto più piccoli. Il chiostro di San Simeone è stato dedicato a questo monaco Simeone morto all'abbazia nel 1016, che si diceva avesse fatto tutti i maggiori pellegrinaggi del tempo e che si trovava qui proprio perché ne stava compiendo un altro, quando si ammalò e morì. Tra le mansioni dei monasteri infatti c'era anche quello di fornire alloggio ai pellegrini di passaggio. Il chiostro dei secolari era invece l'antico ingresso del complesso dove venivano accolti i pellegrini ed i monaci coltivavano le piante officinali con cui curare i malati, di fatto questa era la farmacia dell'epoca.
Un tempo i chiostri erano anche affrescati nel chiostro di San Benedetto c'erano scene della vita di Benedetto da Norcia, mentre in quello di San Simeone veniva appunto narrata la vita di Simeone.
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