MUSEO ARCHEOLOGICO SAN LORENZO DI CREMONA
ACCESSIBILITA'
Il museo è accessibile.
Al bagno si arriva dall'ex cappella Meli.
COSA C'E' DA VEDERE
Siamo sicuri che questo sia un museo? Sembra molto una chiesa! Effettivamente l'edificio che ospita il museo era una chiesa, dedicata appunto a San Lorenzo. La chiesa attuale è di epoca romanica, ma sorge su una chiesa paleocristiana, all'interno infatti si vedono le fondamenta del primo edificio; il complesso venne però sconsacrato ed abbandonato alla fine del '700 e passato il periodo napoleonico era talmente fatiscente che non venne più usato. Solo negli ultimi anni è stato restaurato e destinato ad ospitare il museo archeologico. Per lo stesso motivo all'interno sono rimasti pochissimi resti di dipinti, quasi tutti confinati alla Cappella Meli.
Passiamo ora ai reperti archeologici e scopriamo le splendide domus che sorgevano a Cremona in epoca romana. Domus che hanno restituito dei pavimenti molto particolari: guardate qui un bordo a mosaico circonda un pavimento decorato con pezzetti di marmi diversi. A cosa sarà dovuta questa particolarità, ad un artigiano creativo? Forse... o più probabilmente ad un committente non particolarmente ricco; i pezzi di marmo probabilmente sono scarti di lavorazione, sistemarli sul pavimento a casaccio o quasi e poi riempire i vuoti con tesserine bianche era molto più economico che far realizzare un mosaico con figure o geometrie complesse.
Anche i muri e non solo i pavimenti avevano decorazioni elaborate. Le stanze non avevano le pareti bianche, ma affrescate con tinte vivaci e scene mitologiche. Nelle dimore più ricche poi anche i giardini erano abbelliti con ben più di semplici aiuole fiorite. Una delle domus ha restituito i resti di un ninfeo che poi le ha dato il nome, si tratta di un giardino con vasche e fontane e persino una nicchia rivestita di pietre e conchiglie per dare l'illusione di una grotta naturale, che è stata ricostruita. Al centro era sistemata una statua di Diana cacciatrice.
Con delle case così decorate non sorprende che i mobili e gli oggetti d'arredo dei romani tendessero ad occupare poco posto: non dovevano nascondere la vista delle decorazioni, ecco dunque un sostegno per lucerne dallo stelo sottilissimo, ma non per questo poco elegante. Più misterioso è invece l'altro oggetto, tradizionalmente interpretato come una sgabello da usare come un poggiapiedi; tuttavia c'è un'altra possibilità: che si tratti di un'alzatina da usare a tavola. Esattamente come oggi in certi bar i dolci vengono posizionati sulle alzatine, questo sostegno sarebbe potuto servire durante i banchetti per appoggiarvi i vassoi con le portate.
Passando ai reperti delle necropoli, questa volta evitiamo i soliti corredi funerari, ma troviamo qualcosa di molto più particolare e che ci potrebbe raccontare come si svolgessero le cerimonie funebri. Questi frammenti di osso, che sono stati ricomposti, erano le gambe di un letto funebre. Sono malridotti perché sono stati bruciati. Si può quindi dedurre che quando veniva preparata la pira per bruciare il defunto, il corpo non veniva sistemato direttamente sulla legna, ma adagiato su un letto, che poi inevitabilmente finiva bruciato assieme alla salma. Un funerale veramente da ricchi, considerando anche che la gamba è decorata con scene che raffigurano personaggi legati alla vita dopo la morte, quanto lavoro per un oggetto destinato ad essere distrutto!
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