MUSEO CIVICO DI PIZZIGHETTONE

 ACCESSIBILITA'

Il museo si trova accanto alla biblioteca. L'entrata principale ha due scalini, mentre l'ingresso carraio è accessibile. Bisogna poi prendere l'ascensore per arrivare all'ingresso. L'ingresso si trova proprio davanti all'ascensore, ma per farsi aprire bisogna chiedere in biblioteca, alla quale si accede scendendo cinque scalini muniti di servoscala. 

Per il resto il museo è accessibile, ovviamente io non sono scesa con il servoscala, ho aspettato che venissero ad aprire. 

COSA C'E' DA VEDERE 

La maggior parte dei reperti presenti nel museo sono riemersi dal fiume Adda dopo le piene. Cominciamo dai resti di una piroga in legno di quercia, che era stata sepolta dal fango. Stupiti? Di solito le canoe le associate a popolazioni in altre parti del mondo? In realtà qui non c'è nulla di anomalo è normale che popolazioni che non hanno mai avuto alcun contatto, ma che si ritrovino ad affrontare situazioni o problemi simili sviluppino soluzioni simili. Soprattutto perché per realizzare una piroga di solito semplicemente si prende un grande troco e lo si svuota, lasciando solo uno spessore sufficiente per galleggiare portando un certo peso: un procedimento semplicissimo e che non necessita di particolari tecniche o attrezzi. 

I reperti non sono solo manufatti umani, ma anche resti animali che ci rivelano che durante la preistoria e più precisamente il pleistocene superiore qui vivevano i mammut. Questa mandibola in particolare appartiene alla specie E. Primigenius. 

Arriviamo infine ai romani e scopriamo che nella zona un tempo doveva esserci un relativamente prospero commercio di stoffe: questa tavola di bronzo ricorda come l'associazione dei centonarii (appunto i commercianti di tessuti) abbia chiesto al cavaliere romano Petronio di fargli da patrono. Ma cosa significa questo? Allora innanzitutto non pensate ai cavalieri medioevali, essere cavalieri romani significava essere ricchi, anche se non abbastanza per appartenere ai patrizi, di fatto era la borghesia dell'epoca, però significava comunque essere cittadini romani, dunque godere di privilegi e diritti che altri, pur essendo nati liberi (non schiavi) comunque non avevano. Mentre i membri dell'associazione potevano essere liberti (schiavi liberati) o uomini liberi, ma senza cittadinanza romana; e in ogni caso probabilmente non erano né poveri né troppo benestanti. Dunque un cavaliere poteva garantire protezione ai commercianti anche in caso di dispute legali o semplicemente in virtù della sua posizione nella comunità.

L'ultima sezione conserva varie armi medioevali e rinascimentali, cadute o gettate nel fiume dai soldati della fortezza che sorgeva in paese e che purtroppo oggi è completamente distrutta. 

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