EX MONASTERO DI SANTA GIULIA A BRESCIA

 ACCESSIBILITA'

Il vecchio convento ospita oggi il Museo di Santa Giulia, ma ci sono talmente tante cose di cui parlare che oggi vi mostrerò i locali del convento rimasti, domani parleremo della collezione del museo vera e propria.

Il percorso è quasi completamente accessibile (solo una sala ha degli scalini per raggiungerla) anche se bisogna fare parecchio il giro del perdono. Gli unici altri punti non accessibili sono la cripta della basilica di San Salvatore e alcuni gradini per raggiungere sempre le cappelle della basilica. 

I bagni disabili erano puliti. 

COSA C'E' DA VEDERE

Il nucleo originale del monastero è la basilica longobarda di San Salvatore, fondata da Desiderio (il re dei longobardi che verrà poi sconfitto da Carlo Magno) e da sua moglie Ansa nel 753. La chiesa conserva numerosi affreschi che però non sono originali, vennero rifatti nel corso del XVI secolo. La cappella della Vergine, a sinistra venne aggiunta proprio in questo periodo, mentre la cappella di Sant'Obizio di fronte a lei è originale e funge da base per il campanile. 

Gli affreschi meglio conservati si possono trovare però nel Coro delle Monache, che sorge sopra l'ingresso della chiesa. Per secoli infatti tutti gli ordini monastici femminili erano sottoposti alla clausura e le monache benedettine di questo monastero non facevano eccezione; dunque non potevano entrare in basilica in mezzo agli altri fedeli neanche per seguire le funzioni religiose. La messa dunque la seguivano da questo magnifico ambiente ricoperto di affreschi, guardando da quelle grate che permettono di vedere l'altare. 

Con l'allestimento del museo nel coro è stato sistemato il Mausoleo Martinengo. Questo sepolcro monumentale venne realizzato per Bernardino Martinengo. In questo monumento è rappresentata bene la cultura rinascimentale: scene tratte dalla mitologia antica si mescolano con episodi del Vangelo. Il mausoleo non è dipinto, ma è stato costruito utilizzando marmi di colore diverso e inserendovi anche dei pezzi di bassorilievi antichi. 

Le monache però avevano a disposizione anche un luogo di culto all'interno del monastero: la chiesa di Santa Maria in Solario. Anche qui gli affreschi sono del '500, ma l'ambiente è più vecchio di circa quattro secoli. Oltre che come luogo di preghiera questa stanza era adibita anche a tesoreria, qui erano conservati i più preziosi averi del monastero. 

Tra i quali il posto d'onore spetta senza dubbio alla cosiddetta Croce di Desiderio, che secondo la tradizione venne donata al monastero dall'ultimo re dei Longobardi; anche se oggi gli studiosi datano la croce ad un'epoca successiva alla sconfitta dei Longobardi. Questo incredibile manufatto è in legno rivestito di lamina metallica e con incastonate gemme, pietre dure e cammei di epoca romana, probabilmente, a giudicare anche dalle dimensioni, veniva usata durante le processioni. 

Un'ultima curiosità, come mai parliamo di Monastero di Santa Giulia, se la chiesa venne dedicata a San Salvatore? Perché neanche un decennio dopo la sua fondazione qui vennero portate le reliquie di Santa Giulia, che ben presto divenne patrona del complesso. Nella sezione che ospita appunto la storia del monastero è stata sistemata la sua statua, proveniente dalla chiesa di Santa Giulia. 

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