PALAZZO SCHIFANOIA A FERRARA
ACCESSIBILITA'
Il palazzo è accessibile.
Nel cortile c'è anche un bar dove fermarsi a mangiare.
I bagni erano puliti.
COSA C'E' DA VEDERE
Il palazzo venne costruito dagli Este come villa per i divertimenti della corte, ma dopo che la famiglia fu costretta ad abbandonare Ferrara subì un lungo periodo di abbandono che ha avuto un effetto devastante sugli affreschi che ne decoravano le sale. Molte sono ridotte come la Sala dell'Aquila bianca, nella quale le pareti sono decorate con il più antico simbolo della casa d'Este. Tuttavia anche l'esterno ne ha risentito, in origine infatti non c'erano i mattoni a vista; lo sappiamo grazie ad un ampliamento. La parete della seconda foto un tempo era una parete esterna, poi con l'aggiunta di una stanza si è ritrovata all'interno, in questo modo la sua decorazione si è salvata e ci dice come si presentava l'intera facciata.
Sebbene il nucleo dell'edificio sia più antico, il maggior contributo alla decorazione del palazzo lo dobbiamo al Duca Borso d'Este, che nella Sala delle Virtù fa rappresentare negli angoli ed al centro della fascia che decora la parte alta delle pareti appunto quelle che idealmente erano le virtù di un buon principe di epoca rinascimentale, lasciando così intendere che le possedesse anche lui; chissà come stavano realmente le cose...
Nelle sale al piano terra sono esposti vari oggetti, tra cui numerosi piatti, che ci danno un'idea di quali oggetti e stoviglie avremmo potuto usare se fossimo stati invitati a corte.
Molte sono anche le medaglie con i ritratti dei membri della famiglia d'Este, in questo caso il figlio di Borso d'Este, Ercole I d'Este con la moglie Eleonora d'Aragona. Badate bene che queste non sono monete; in un'epoca senza social media o fotografie però erano un mezzo per far conoscere la propria immagine e di conseguenza il proprio potere sia all'interno che fuori dai propri territori.
Scopriamo infine il gioiello del palazzo, il famosissimo Salone dei Mesi, che in origine era la sala dei ricevimenti e anche l'originale ingresso del palazzo. Purtroppo gli anni di abbandono hanno distrutto circa metà del ciclo originale, che comprendeva i dodici mesi dell'anno, rappresentati secondo uno schema ben preciso. Dall'alto: il trionfo di una divinità con intorno persone che si dedicano ad attività a lei dedicate, il segno zodiacale del mese in questione e infine Borso d'Este impegnato in varie attività con i suoi cortigiani. Qui sopra abbiamo la parte meglio conservata, dedicata a Venere e Minerva.
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