PINACOTECA TOSIO MARTINENGO A BRESCIA

 ACCESSIBILITA'

La pinacoteca è accessibile.

I bagni sono vicino al guardaroba e quello disabili era pulito. 

COSA C'E' DA VEDERE

Iniziamo scoprendo cosa fosse in grado di dipingere Raffaello a 17 anni! Purtroppo l'originale pala d'altare a cui apparteneva questo angelo è andata distrutta durante un terremoto... ma che talento! 

Fortunatamente in questa pinacoteca non ci sono soltanto soggetti religiosi, ma anche qualche scena di caccia su un affresco del '500 e un piccolo ritratto che Lucia Anguissola fece alla sorella Europa (entrambe erano sorelle della più celebre pittrice Sofonisba Anguissola e tutte e tre, insieme ad altre due sorelle, dipingevano). Pare che la storia dell'arte non sia così sprovvista di pittrici, anche se poche ottennero la fama dei loro colleghi maschi. 

Particolare, anche se di tema religioso, è questo Riposo durante la fuga in Egitto, nel quale Savoldo sembra mettere quasi in secondo piano la scena che da il titolo all'opera per concentrarsi sul paesaggio e sulle rovine che lo occupano. Pur essendo un dipinto del '500 a me a ricordato molto i cosiddetti capricci che si diffusero a Venezia un paio di secoli dopo; ossia dipinti in cui troneggiavano gigantesche architetture spesso in rovina ed ispirate all'antichità, mentre le figure umane sia che si trattasse di persone a passeggio sia che componessero scene mitologiche o religiose erano talmente piccole da passare praticamente inosservate. 

Un altro pittore con uno stile particolare è senza dubbio Giacomo Ceruti, detto Pitocchetto. I suoi quadri infatti rappresentano scene di vita quotidiana delle classi più umili, senza però cedere nel grottesco o in un tono scherzoso. I personaggi sono dipinti con realismo e mantengono la loro dignità a prescindere dalle situazioni in cui si trovano; nella Scuola di ragazze vediamo un gruppo di ragazze e bambine intente a fare o rammendare le calze, soltanto una è alle prese con un libro. Questo ci ricorda che fino a meno di cent'anni fa nei ceti più umili scuola non significava studiare materie teoriche, ma spesso e volentieri voleva dire imparare semplicemente un mestiere e questo valeva per maschi e femmine, cambiavano solo i mestieri che si studiavano. 

Il pezzo forte della collezione è certamente costituito da due dipinti di Hayez, commissionati dal Conte Paolo Tosio, che però lasciò il pittore libero di scegliere il soggetto. Qui Hayez dipinge I profughi di Parga, riprendendo un episodio della ribellione della Grecia contro l'impero ottomano, avvenuto nel 1819; la città è stata occupata dai turchi e gli abitanti sono dovuti fuggire per non essere uccisi o venduti come schiavi. In quegli stessi anni vari pittori romantici italiani ripresero episodi della lotta dei greci per la libertà, ma non lo fecero solo per compassione; vi ricordate la censura austriaca ed il parasole tricolore del Museo del Risorgimento? Se Hayez o qualunque altro pittore avesse dipinto un episodio con gli italiani oppressi dagli austriaci avrebbe rischiato addirittura l'arresto, il popolo greco oppresso dai turchi diventa quindi la metafora perfetta per rappresentare la situazione dell'Italia. 

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