PALAZZO COMUNALE DI SAN GIMINIANO

 ACCESSIBILITÀ 

Il palazzo non è assolutamente accessibile, solo per arrivare alla prima sala ci sono due rampe di scale. Bisogna poi salire un altro piano per la pinacoteca e ulteriori scale per arrivare sulla cima della Torre Grossa. 

L'unica parte più o meno raggiungibile è il cortile interno.

Non ho visto neanche i bagni disabili. 

COSA C'È DA VEDERE 

Come la maggioranza dei palazzi comunali della Toscana, anche quello di San Giminiano risale al '200. 

Il cortile ha uno scalone veramente spettacolare, che conserva ancora traccie di pittura, una fortuna considerando che di fatti è all'esterno. 

Le sale conservano ancora numerosi affreschi medioevali. Nella Sala Dante Azzo di Masetto dipinge scene di tornei cavallereschi, mentre Lippo Menni esegue una Madonna in Maestà. L'ampio salone in realtà era la Sala del Consiglio, venne ribattezzata Sala Dante perché proprio qui Dante Alighieri in persona si presentò come inviato di Firenze e della lega Guelfa. 

Al secondo piano troviamo invece degli affreschi decisamente più particolari. La Camera del Podestà è affrescata con scene d'amore. Un soggiorno insolito per la pittura medioevale, non montiamoci troppo la testa però: nella stessa stanza sono anche rappresentati esempi di moralità. Anche allora la corruzione dei potenti era un problema. Ultima curiosità: i dipinti sono attribuiti a Memmo di Filippuccio, padre di Lippo Menni.

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