MUSEO DELLA CITTA' DI ROVERETO

 ACCESSIBILITA' 

Il museo è accessibile, bisogna suonare alla porta sotto le scale per raggiungere l'ascensore. 

Il bagno disabili era pulito. 

COSA C'E' DA VEDERE

Sebbene il grosso delle collezioni archeologiche si trovi in un altro museo di Rovereto, in questa sede ci sono alcuni reperti preistorici molto importanti, come una "tavoletta enigmatica". Si tratta di oggetti in terracotta con incisi simboli geometrici ritrovate in tutta l'Europa centro-orientale e risalenti all'età del bronzo, chiamate così proprio perché non si sa bene a che cosa servissero. La teoria più accreditata al momento, vista la presenza di una cinquantina di simboli ben definiti e distinti tra loro è che si tratti di una primissima ed elementare forma di comunicazione (parlare di una scrittura vera e propria sarebbe esagerato e la disposizione dei segni sembrerebbe smentirle tale ipotesi) legata ai commerci. Forse funzionavano come una sorta di moneta o più precisamente somigliavano alle cambiali del rinascimento (a grandi linee un assegno moderno?); in alternativa potevano essere un modo per registrare debiti o crediti. D'altronde le più antiche risalgono al 2000 a.C. circa, è un'epoca in cui in Mesopotamia e in Egitto la scrittura esisteva già da quasi un millennio, non sarebbe per nulla inverosimile ipotizzare che anche in Europa avesse cominciato a svilupparsi un sistema per annotare informazioni, soprattutto commerciali. 

Nella storia delle città di queste zone non può mancare un capitolo sulla seta, che nel '600 era una delle principali attività economiche. Qui troviamo tutti i vari filati che potevano essere prodotti dalle filande e le fasi di lavorazione, dal bozzolo del baco al filo di seta pronto per essere tessuto. 

Qui invece scopriamo un retroscena della stampa a caratteri mobili a cui forse si pensa raramente. Questa cassettiera comprende tutti i caratteri necessari per far funzionare una macchina da stampa. Il tipografo prendeva una sorta di scatoletta di legno delle dimensioni della pagina che doveva stampare e la riempiva con queste lettere di piombo, mettendo dei blocchetti senza incisioni negli spazi vuoti, componendo così il testo della pagina in questione. A quel punto si spalmava il tutto di inchiostro e lo si premeva sul foglio di pergamena o di carta; e questo procedimento andava ripetuto per ogni singola pagina di un libro. Allora, potreste pensare voi, dove sarebbe tutto questo risparmio di tempo? Nel fatto che una volta composta una pagina il tipografo poteva ricoprirla di inchiostro e stamparla tutte le volte che voleva, prima di passare alla successiva, producendo così i libri in serie. Rimaneva un procedimento lungo, ma comunque decisamente più veloce che scrivere a mano ed a una ad una le pagine di dieci copie dello stesso libro. 

Infine nel museo sono presenti numerose opere di Attilio Lanza, che oltre a nature morte durante il secolo scorso ha dipinto anche scorci e paesaggi di questa zona. Questo quadro in particolare sfoggia un realismo impressionante. 

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