CATTEDRALE DI SANTA MARIA DELLA SCALA A SIENA
ACCESSIBILITA'
Il duomo e la biblioteca Piccolomini sono accessibili.
Il battistero e la cripta invece hanno solo delle scale. Anche il Duomo Nuovo è inaccessibile.
COSA C'E' DA VEDERE
Una tipica cattedrale toscana di marmo bianco e grigio-verde ornata da Mosaici.
Il Duomo Nuovo, chiamato anche Facciatone, è ciò che resta dei lavori di ampliamento della cattedrale decisi nel 1339. Il nuovo edificio avrebbe dovuto arrivare a dimensioni tali che l'attuale cattedrale sarebbe diventata il transetto! Qui i senesi fecero però il passo più lungo della gamba: già nel 1348 i lavori di demolizione, che procedevano a rilento a causa di un'epidemia di peste, vennero definitivamente bloccati per problemi di statica dell'edificio. Poi alcune parti vennero addirittura demolite perché pericolanti. La cattedrale rimase quindi l'edificio originale.
All'interno l'alternanza tra fasce di marmo chiaro e scuro è ancora più marcata, c'è quasi da imbarbagliarsi. Ma la chiesa è anche piena di capolavori.
Dietro l'altare un coro ligneo mostra delle splendide tarsie.
Qui invece una particolarità: un altorilievo rappresentante la Crocifissione al posto di una pala d'altare! Una presenza piuttosto insolita, ma certamente d'impatto.
Infine annessa alla navata sinistra la splendida Libreria Piccolomini, costruita per volere del cardinale Francesco Todeschini Piccolomini per ospitare le collezioni di libri dello zio, Enea Silvio Piccolomini, eletto pontefice col nome di Pio II. La decorazione venne affidata al Pinturicchio che dipinse un ricchissimo soffitto a grottesche e sulle pareti scene della vita di Pio II; qui in particolare vediamo la canonizzazione di Santa Caterina da Siena. Qui tra i personaggi in basso e in primo piano, i primi due da sinistra sono stati identificati come Raffaello, che sembra aver partecipato alla decorazione o almeno alla realizzazione dei cartoni preparatori, e lo stesso Pinturicchio. A quei tempi i pittori non di rado inserivano un proprio autoritratto all'interno delle opere, come se fosse una seconda firma.
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