MUSEO BALATON DI KESZTHELY
ACCESSIBILITÀ
Il museo è completamente accessibile con un montacarichi per arrivare alla biglietteria e poi con l'ascensore.
La maggioranza delle spiegazioni sono soltanto in ungherese, non sempre c'è la traduzione in inglese.
Il bagno disabili si trova accanto alla biglietteria.
COSA C'È DA VEDERE
Il museo racconta la storia della vita attorno al lago Balaton partendo dalla preistoria con la ricostruzione di una fornace dell'Età del Bronzo.
Anche le sepolture ci riservano qualche curiosità: a molti scheletri manca almeno uno dei piedi, perché? Qui purtroppo tutti i cartellini erano in ungherese, ma dai miei studi credo di poter spiegare la cosa nel voler impedire ai morti di poter camminare e quindi di uscire dalle tombe per dare fastidio ai vivi. C'è poco da ridere o scandalizzarsi: queste sono credenze non troppo rare, pensate ai vampiri della Transilvania. Capita in certi siti archeologici di trovare scheletri con sopra dei massi, lo scopo è sempre lo stesso.
A proposito di leggende, nel museo viene anche raccontata una versione di quelle che parlano della nascita del lago, in cui il gigante Balaton lo avrebbe creato spostando dei massi e dalla terra avrebbe cominciato a sgorgare acqua fino a formare il lago.
Se adesso riusciamo a non perderci nelle nebbie del tempo arriviamo a scoprire come si viveva sulle sponde del lago negli ultimi secoli, ad esempio come ci si spostava. Prima che inventassrro i motori con barche a vela.
Nell'Ottocento il lago divenne una popolare meta di vacanza per la nobiltà dell'Impero Austro-ungarico e allora si viaggiava comodi. Portandosi dietro anche oggetti che a noi oggi sembrano decisamente curiosi, come un porta rasoi.
Ma le vacanze al lago erano un lusso per pochi, per molti secoli l'attività principale sul Balaton è stata questa: la pesca. D'inverno il lago ghiacciava, quindi i pescatori andavano sul ghiaccio, facevano un buco e pescavano. Pensate quanto freddo doveva esserci.
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