MUSEI CIVICI DI REGGIO EMILIA
ACCESSIBILITA'
L'entrata disabili si trova sul lato del palazzo e direi che sia un po' difficile non vederla. Basta suonare il campanello.
Il resto del museo è accessibile.
Il bagno dell'ultimo piano era pulito.
COSA C'E' DA VEDERE
Partiamo con la collezione di Lazzaro Spallanzani, che comprende un po' di tutto come molte raccolte ottocentesche, tra cui anche minerali. I lapislazuli in particolare occupano un posto d'onore anche in storia dell'arte, come? Avete presente i mantelli blu intenso delle madonne medioevali o il cielo del Giudizio Universale di Michelangelo? Ebbene quel colore si otteneva proprio macinando questa pietra, ovviamente era costosissimo.
La collezione contiene anche un buon numero di animali impagliati, tra i quali numerosi trofei di caccia. Con buona pace degli ambientalisti, questo è stato un passatempo molto comune per i ricchi fino al secolo scorso e non solo in Europa; spesso si andava a caccia e ovviamente si riportavano a casa i trofei anche durante i viaggi in giro per il mondo.
Peccato che tutta la parte archeologica sia a mio parere esposta malissimo. Tutti i reperti sono ammassati nelle vetrine senza uno straccio di cartellino illustrativo o quasi, capisco che quello fosse il modo di esporre nell'800... ma oggigiorno il museo risulta veramente poco comprensibile. Ad ogni modo questi sono utensili in pietra di epoca preistorica, ma con questo allestimento purtroppo soltanto un esperto di archeologia preistorica sarebbe in grado di dare spiegazioni più precise. Anche io qui vedo solo dei sassi scheggiati...
Questi bastoncini in vetro invece servivano per mescolare i profumi. In epoca romana i profumi il più delle volte non erano liquidi, ma si trattava di impasti dalla consistenza di una crema da spalmare sulla parte del corpo che si preferiva e che poi una volta rimossi lasciavano appunto la pelle profumata; è possibile che queste bacchette servissero ad amalgamare meglio gli ingredienti.
Il primo piano invece illustra la storia della città e del territorio, ma anche qui l'allestimento non è dei migliori, quindi si rischia di rimanere un po' disorientati. Ad un certo punto però troverete cinque corredi funerari femminili di cinque epoche diverse tutti vicini per poter fare un confronto. Io vi presento una ricca dama etrusca, che sfoggia un imponente pettorale con elementi in ambra, e una signora longobarda probabilmente benestante, che oltre a gioielli un po' meno appariscenti porta un coltello pieghevole alla cintura. Strano trovare un'arma in una sepoltura femminile, forse lo usava nei suoi lavori quotidiani...
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