MOSTRA ARTICO. VIAGGIO INTERATTIVO AL POLO NORD

 ACCESSIBILITA' 

La mostra, patrocinata dal cnr, è stata ospitata in varie città; dunque l'accessibilità dipende dal luogo in cui è ospitata al momento.

A Bologna era accessibile.

COSA C'E' DA VEDERE

In realtà di interattivo c'è molto poco, la visita praticamente consiste in una serie di pannelli da leggere, se volete capirci qualcosa consiglierei di prenotare la visita guidata. 

Comunque vi do un assaggino:

Cominciamo con la storia delle esplorazioni artiche, che ad inizio Novecento si svolgevano con dei dirigibili, come il "Norge", di cui troviamo un modellino. A bordo di questo dirigibile Umberto Nobile ed il suo equipaggio sorvolarono il Polo Nord il 2 maggio 1926. Pensate che coraggio avevano quegli uomini, gli incidenti erano infatti dietro l'angolo, lo stesso Nobile due anni dopo ritentò l'impresa e il dirigibile "Italia" si schiantò sulla banchisa, i sopravvissuti dovettero attendere un mese per essere portati in salvo. 

Scopriamo poi un altro potenziale pericolo dell'artico: gli iceberg. Ma perché sono così difficili da evitare? Questo modellino ce lo dimostra: la parte che emerge dall'acqua è soltanto il 10% della totale massa di queste montagne di ghiaccio, il restante 90% si trova sotto. Una nave quindi può urtare il ghiaccio sotto la linea di galleggiamento credendo di trovarsi ancora ad una distanza di sicurezza. 

Infine scopriamo gli animali che vivono qui tra cui il narvalo, il cui dente veniva spesso scambiato per il corno di un unicorno. In realtà si tratta del canino sinistro, che nei maschi cresce fino a raggiungere più di un metro di lunghezza, ma a che cosa serve? Le cicatrici e il fatto che lo abbiano solo i maschi fa pensare che possa servire all'occorrenza contro i rivali durante il corteggiamento; tuttavia, visto il gran numero di terminazioni nervose che contiene è più probabile che serva a raccogliere informazioni sull'acqua, come la temperatura. Come tutti i cetacei infatti il narvalo è un mammifero e quindi respira aria, sapere quando il mare potrebbe congelarsi gli consentirebbe di spostarsi e quindi evitare di rimanere intrappolato sotto il ghiaccio, morendo annegato.

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