MUSEO ARCHEOLOGICO DI BOLOGNA

 ACCESSIBILITA'

Il museo è accessibile, bisogna soltanto chiedere agli addetti di essere accompagnati all'ascensore. 

Durante il percorso ci sono delle copie di alcuni oggetti esposti perché i non vedenti le possano toccare.

Anche per raggiungere il bagno disabili bisogna chiedere agli addetti, almeno lo tengono pulito. 

COSA C'E' DA VEDERE

Il museo archeologico comprende soprattutto reperti etruschi, Bologna infatti, o forse dovrei usare il nome originale Felsina, venne fondata dagli etruschi. 

Questo bronzetto, stranamente non proviene da una tomba, ma da un luogo di culto, si è conservato integro perché venne sepolto in un pozzo probabilmente quando il santuario venne abbandonato; mi sembra di aver già accennato al fatto che quando un luogo sacro perdeva la sua funzione, gli oggetti votivi non venivano gettati via, ma sepolti con rispetto in quanto considerati sacri. Ma chi rappresenta la statuetta? Dalla veste si intuisce che la figura è femminile, mentre il fiore e il frutto che porta in mano indicano che non si tratta di una dea, ma di una ragazza che sta facendo un'offerta. 

Come in tutti i musei etruschi non manca il vasellame proveniente dalla Grecia... cosa? Non ho sbagliato: tra le ricche famiglie etrusche era di moda possedere oggetti greci, all'epoca erano considerati oggetti esotici, quindi status symbol, ma erano anche apprezzati per le loro decorazioni, che esattamente come oggi seguivano le mode. Questa oinochoe (una brocca in pratica) vi sembra un po' strana? Probabilmente non appena avete sentito parlare di vasellame greco avete pensato ai vasi neri e rossi... In realtà quella è la ceramica attica, quindi è certamente greca, ma prodotta soltanto nella regione di Atene. Questa ceramica chiara con decorazioni molto più piccole è la tipica ceramica corinzia, prodotta appunto a Corinto era molto di moda in Etruria grossomodo prima delle Guerre Persiane; poi gli etruschi scoprirono la produzione attica e di fatto smisero di importare vasi da Corinto, per questo nei nostri musei le sue ceramiche di fatto si fermano al V sec. a.C. al massimo. 

Rari da trovare nelle sepolture etrusche padane sono dei cinturoni in bronzo, praticamente esclusivi delle tombe femminili. A giudicare dalla decorazione e dal valore del materiale dovevano equivalere a dei veri e propri gioielli. Perfino nei poemi omerici molte dee o principesse vengono definite "bella cintura", un simile epiteto indica che è possibile che all'epoca proprio la cintura per le donne fosse il miglior capo d'abbigliamento per sfoggiare la propria ricchezza, altrimenti sarebbe stato più logico dire "bella collana" o "bel diadema".

Infine una vera e propria tomba principesca, in cui era stato deposto perfino un trono. Forse è un po' difficile da identificare, perché il legno è ovviamente rovinato, ma si tratta dell'oggetto al centro con davanti il suo poggiapiedi, accompagnato da tre tavolini da banchetto (nella foto ce ne stava solo uno), un elmo e un ricchissimo corredo. Il proprietario di questa sepoltura doveva provenire sicuramente dalla più alta aristocrazia e detenere un grande potere nella sua comunità, se non esserne addirittura l'unico capo, quindi di fatto un re. 

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