CASTELLA VISCONTEO DI PAVIA

 ACCESSIBILITA' 

Il castello è completamente accessibile, malgrado alcuni punti un po' scomodi. L'ingresso disabili infatti ha i ciottoli. 

Il castello ospita vari musei, quindi ve lo spezzetto in più post. 

Il bagno disabili non è troppo grande, ma ci si gira. 

COSA C'E' DA VEDERE

Il castello venne costruito tra il 1360 e il 1365 per volere di Galeazzo II Visconti, che voleva consolidare il suo potere su Pavia e rimase sede della corte viscontea prima e sforzesca dopo. 

Il castello venne pensato e costruito come una classica fortezza militare della Pianura Padana, con un ampio fossato quattro torri agli angoli e gli ingressi al centro dei lati difesi da torri e muniti di ponte levatoio. Guardate però le eleganti bifore che ne costellano i muri... sembrano un po' fuori posto in un'architettura militare.  

Anche entrando nella corte interna vengono dei dubbi sulla destinazione militare di questo edificio, non c'è infatti il mastio, ma un ampio cortile racchiuso da un elegante portico che si sviluppa su entrambi i piani della costruzione. Il palazzo infatti finì per essere più che altro sede di corte e luogo di soggiorno per vari duchi di Milano e le loro famiglie e di avvenimenti militari ne vide soltanto uno...

...che tuttavia bastò a demolire l'intera ala nord. Dopo alcuni anni dalla Battaglia di Pavia, combattuta proprio nel parco del castello tra le truppe imperiali di Carlo V e quelle francesi di Francesco I, lo sconfitto re di Francia tornò ad assediare la città e nel saccheggiarla ordinò alle sue artiglierie di bombardare il castello. Forse anche per vendetta visto che in quella battaglia era stato pesantemente sconfitto e poi fatto prigioniero. 

Dopo il passaggio del Ducato di Milano alla famiglia Asburgo (sempre conseguenza della Battaglia di Pavia) Carlo V e suo figlio Filippo II soggiornarono alcune volte al castello, ma ben presto la struttura fu riconvertita in caserma e con varie vicende rimase tale fino agli anni '20. Chiaramente per gli affreschi delle sale questa fu una catastrofe; delle decorazioni che spinsero il segretario di Filippo Maria Visconti a definire il castello "dimora che non ha eguali in Italia" non rimangono che tracce sbiadite. Fatta eccezione per la sala azzurra i cui colori si sono mantenuti di una brillantezza incredibile, dovuta all'utilizzo della polvere di lapislazzuli per il pigmento blu e della foglia d'oro per il giallo. Mentre al primo piano, anche se messe un po' peggio si possono riconoscere alcune delle Fatiche di Ercole e le allegorie degli elementi.  

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