MOSTRA "TESORI DEI FARAONI" ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE A ROMA

 ACCESSIBILITA'

Il percorso è completamente accessibile, al massimo uno degli ascensori potrebbe risultare un po' piccolo.

I bagni disabili si trovano sia all'ingresso a piano terra che in caffetteria ed erano puliti. Soltanto per entrare in quello della caffetteria c'è da litigare un pochino con due porte che rischiano di intralciarsi a vicenda. 

LA MOSTRA 

La mostra Tesori dei faraoni sarà presente fino al 3 maggio. 

Partiamo ovviamente dai gioielli ritrovati in varie tombe reali. Il bracciale con intarsi di lapislazzuli apparteneva al faraone Psusennes I, poco conosciuto perché regnò durante il Terzo Periodo Intermedio, un'epoca in cui l'Egitto era già in declino e frammentato in due regni indipendenti. Ma questo sovrano è stato anche un po' sfortunato in epoca moderna, la sua tomba e quelle dei suoi successori vennero ritrovate intatte a Tanis, la loro capitale, proprio nei giorni in cui scoppiava la Seconda Guerra Mondiale, la notizia dell'eccezionale scoperta archeologica venne quindi quasi completamente ignorata.


Questa collana decorata con mosche d'oro è forse meno raffinata, ma racconta una storia se possibile ancora più sorprendente. Nell'antico Egitto una mosca d'oro era la più alta onorificenza militare che si potesse ricevere e questa proviene dalla tomba di una donna! La regina Ahhotep II, per la precisione. L'epoca questa volta è il Secondo Periodo Intermedio e una dinastia reale tebana sta cercando di riconquistare il delta del Nilo, occupato per qualche secolo dagli Hyksos. Rimasta vedova con un cognato troppo giovane, tocca alla regina Ahhotep II assumere il governo del paese e quindi gestire anche la guerra contro gli Hyksos. Difficile dire se la regina sia effettivamente scesa in battaglia o se si sia "limitata" a fare il lavoro di un generale, ma la presenza nella sua tomba, oltre a questa collana, di armi cerimoniali potrebbe quasi far pensare che l'antico Egitto abbia avuto una regina guerriera a tutti gli effetti. 

Numerosi oggetti sorprendenti sono stati ritrovati nella tomba di Yuya e Tuya, i suoceri di Amenhotep III. A quanto pare questa coppia volle portarsi anche una sedia che apparteneva ad una delle nipotine, la principessa Sitamon, magari era la loro nipote preferita. Ci sono poi questi quattro vasetti un po' particolari, che non erano destinati agli organi interni, anzi sono finti vasi, potrebbe quindi trattarsi di un soprammobile che piaceva particolarmente ai due coniugi. 

Infine un reperto molto enigmatico: una cosiddetta "testa di riserva". Questa volta siamo catapultati indietro nel tempo fino all'epoca di Cheope, quando nelle tombe compaiono, anziché le tradizionali statue dei defunti, queste teste in calcare con lineamenti eccezionalmente realistici per l'arte egizia ed alcune parti intenzionalmente danneggiate, in questo caso le orecchie, o con ferite rappresentate sulla testa. Ma a che cosa servivano e perché sono limitate al regno di Cheope? Forse Cheope per un qualche motivo aveva vietato la realizzazione di statue? In effetti noi abbiamo un'unica piccola statuetta che rappresenta Cheope e nessun'altra rappresentazione, un fatto insolito... ma questo non risponde a nessuna delle due domande. Secondo alcuni le ferite alluderebbero alla morte e sarebbero un modo per separare l'anima dal corpo, anche se vista l'ossessione degli egizi per la preservazione dei cadaveri la teoria sembra singolare... il mistero resta. 

Commenti

Post popolari in questo blog

BATTISTERO E MUSEO DIOCESANO DI CREMONA

PECCIOLI

MUSEO EGIZIO DI TORINO