MUSEO DEL TESSUTO A PRATO

ACCESSIBILITA'

Il museo è accessibile.

Il bagno disabili era pulito. 

COSA C'E' DA VEDERE

Il museo racconta la storia della tradizione tessile a Prato e ovviamente non possono mancare i vari strumenti per produrre i tessuti. Ecco un telaio a pedali. In origine era destinato a produrre tessuti semplici lo si capisce dal fatto che ha solo due licci. Il liccio è la parte del telaio che solleva un determinato numero di fili d'ordito, sotto i quali viene fatta passare la trama. Per realizzare un tessuto semplice si solleva un filo si e uno no, si passa il filo di trama e poi si invertono i licci, dunque i fili che prima erano sollevati tornano in basso e viceversa, poi si passa nuovamente la trama nel verso opposto e si continua così finché il tessuto non raggiunge la lunghezza desiderata. In questo modo però si ottengono quasi esclusivamente pezze in tinta unita o al massimo a righe orizzontali. Questo esemplare è particolare perché ad un certo punto si dovette usarlo per produrre coperte militari e fu necessario aggiungere un terzo liccio. 

A Prato sono stati prodotti anche tappeti come questo, ma qui non è stato usato un telaio a pedali. I tappeti di questo tipo si producono infatti annodando i fili di trama su quelli d'ordito; la stessa tecnica dei tappeti persiani. 

Al piano terra è esposta una collezione di tessuti e paramenti sacri, alcuni dei quali hanno più di seicento anni. Si tratta per lo più di velluti o broccati di seta ricamati con fili anche d'oro e d'argento. Questa Pianeta venne ricamata nelle Fiandre nel 1400 circa. 

Questo vestitino non apparteneva ad una bambina, ma ad una statua della Madonna. Proviene dalla Spagna e venne realizzato in raso di seta nel '700. 

Osservate bene i disegni di quest'altra Pianeta francese del '700. Non vi sembra che abbia delle scenette poco adatte ad una veste indossata da un religioso durante la liturgia e per di più i riquadri sono stati tagliati e cuciti spezzando questi piccoli paesaggi; ma che ha combinato il sarto? Nulla di assurdo, semplicemente in passato non si buttava via nulla a cuor leggero, specialmente dei pezzi di costoso broccato di seta. Dunque spesso le dame e i gentiluomini, quando i loro vestiti si rovinavano o passavano di moda li davano alla chiesa che ne riciclava le parti ancora in buone condizioni per farne appunto paramenti sacri o vesti liturgiche; a quel punto poco importava se i motivi non erano posizionati in maniera perfetta. 

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